La casa dell'uragano by Q. Patrick

La casa dell'uragano by Q. Patrick

autore:Q. Patrick
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Giallo
editore: MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XII

LASCIANDO cadere le braccia lungo i fianchi, Kay pensò spaventata: «È finita!». Al maggiore Clifford bastò un’occhiata per capire quello che stava succedendo. Con voce ironica disse:

— Signore, questa è una vera sorpresa! Vi vedo occupatissime a fare a pezzi quel libro e immagino che non vi serva più, per cui vi prego di darmelo immediatamente…

Maud calma e placida come sempre, raccolse il diario da terra e lo porse al maggiore. Per un attimo Clifford ne osservò attentamente la faccia interna della copertina; quella sulla quale Rosemary aveva scritto la sua dedica a Kay. Poi lo infilò sotto un braccio.

— Mi dovete una spiegazione, care signore. Ieri sera, se ben ricordo, ho espressamente proibito a tutti di venire a quest’isolotto. Che cosa siete venute a fare?

— Semplicissimo! — cinguettò Maud sfoderando per l’occasione i deliziosi modi che tanto le donavano in società. — Fino all’altro ieri mio figlio dormiva qui. Coll’improvviso ritorno di Ivor, non abbiamo avuto tempo di riportare a casa i vestiti di Terry. Quel povero ragazzo non ha nemmeno un paio di pantaloncini o una camiciola da cambiare, ed io e mia sorella siamo venute qui a prenderne alcune.

L’innocenza, il candore di quella sfacciata bugia, fecero tremare Kay da capo a piedi. Il maggiore, era ovvio, non l’aveva bevuta. Tuttavia la futilità della scusa era tale, che Clifford non seppe come controbatterla. Si schiarì la voce con una specie di ruggito, si tolse il diario di sotto il braccio e gli diede un’altra occhiata. Infine disse:

— Ditemi allora perché invece di far raccolta di camiciole e pantaloncini, lor signore si trovano qui intente a distruggere questo diario.

— Be’… Lo distruggevamo soltanto perché non volevamo che i ragazzi lo vedessero.

Fissando Maud con occhi di gelo Clifford dichiarò:

— Vietato ai minori? Benissimo. Non sono più un bambino e presumo che non ci sia ragione per cui io non debba dargli un’occhiata…

E senza attendere risposta, cominciò a sfogliare le pagine non ancora strappate del diario. Kay rivolse un’occhiata al dottor Thorne. Il giovane le sorrideva con simpatia. Ciò non bastava, tuttavia, a disperdere l’ansia che gravava sul cuore di Kay al pensiero che tra poco il maggiore Clifford si sarebbe reso conto del significato e della portata delle tragiche confessioni che andava leggendo. In quel momento, infatti, il maggiore sollevò il capo dalle pagine del diario e con un sorriso che gli faceva increspare vagamente il labbro disse:

— Capisco benissimo signora Chiltern quanto vi sarebbe dispiaciuto che i vostri ragazzi leggessero questo diario. Immagino però che vi dispiaccia ancora di più che l’abbia letto, almeno in parte, io. Immagino che l’abbia scritto la defunta signora Drake. Signorina Winyard — ruggì il maggiore rivolgendosi a Kay — dalla dedica in prima pagina immagino che questo diario vi appartenga…

Kay fece un cenno d’assenso. — Rosemary Drake era mia amica. Me l’ha mandato… prima… di morire.

— E vi ha tracciato un ritratto di Ivor Drake che non posso certo definire lusinghiero. Ora capisco perché vi siete precipitata a Bermuda non appena avete sentito che vostra nipote intendeva sposarlo.



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